martedì 9 giugno 2015

Organizzare le attività


L’ integrazione scolastica  dell’allievo con autismo non si gioca solo sulla didattica o sul metodo, ma anche sull’organizzazione.

il soggetto deve venire a conoscenza  delle varie tipologie di attività da seguire. Sapere  come si sviluppa la giornata scolastica è una condizione essenziale  per ridurre l’ ansia :avere la consapevolezza  che a un certo compito non gradito ne segua uno piacevole  è sicuramente importante  per la motivazione personale.

La modalità di comunicazione  deve essere quella visiva per esempio con immagini o scritte in quanto incrocia  positivamente uno dei punti di forza per il bambino con autismo.

Gli schemi visivi  da utilizzare  variano in base al livello  di sviluppo del bambino; le attività da svolgere possono essere  presentate con diverse modalità  comunicative: si può andare  da comunicazione  attraverso oggetti per bambini non verbali con gravi difficoltà, a forme  più simboliche  o astratte attraverso l’ uso di immagini, fotografie disegni oppure parole.

Con il passare del tempo, le caratteristiche dello schema possono cambiare in quanto il bambino si abitua all’ uso  e sviluppa maggior capacità di gestione  addirittura fino a farne a meno.

L’ individualizzazione  è fondamentale per creare uno strumento facilitante comprensibile per ogni allievo.  

martedì 2 giugno 2015

Autismi e trattamenti


Esistono diversi modelli e strategie di intervento per l’autismo di documentata efficacia,tuttavia non c’è un modello che valga più di un altro. Dato che i bambini con autismo possono essere molto diversi gli uni dagli altri, per quanto riguarda le risorse ed esigenze educative, determinate strategie e interventi risulterebbero più efficaci a seconda del profilo di funzionamento e apprendimento del bambino.
Detto ciò, uno studio sistematico condotto dall’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti ha rilevato che esistono una serie di fattori,comuni a tutti i modelli, che sembrano far funzionare un intervento: 

 la PRECOCITA’: l’intervento deve iniziare non appena sussista il forte sospetto di diagnosi di autismo;

L’INTENSIVITA’: in genere si parla di circa 15/ 20 ore settimanali,

 L’ADATTAMENTO delle strategie educative e degli obiettivi di apprendimento;

l’ utilizzo di STRUMENTI DI VALUTAZIONE per indicare i punti di forza e debolezza del
soggetto;

COINVOLGIMENTO della famiglia;

PREDISPOSIZIONE di periodiche  valutazioni  e aggiustamenti del piano educativo.

Come abbiamo già detto in precedenza,  cercare un trattamento per l’autismo che funzioni per tutti allo stesso modo è come cercare un trattamento per la febbre valido per tutti.
Per esempio due bambini  possono avere entrambi la febbre a 38 presentando gli stessi sintomi, in un caso, la febbre è la conseguenza di una malattia virale nell’ altro di un’infezione batterica. Quindi, detto ciò, due bambini che hanno la stessa malattia virale possono presentare differenze nell’espressione o nella gravità dei sintomi.
Anche se i sintomi di un bambino con  la febbre a 40 sono molto diversi  da quelli di un altro che ha la febbre a 37 non si tratta di due malattie diverse, ma di due espressioni differenti dello stesso fenomeno.

Libro:Anna Maria Arpinati, Daniela Mariani Cerati, Elena Clò, Daniele Tasso,"Autismo" Angsa( associazione nazionale genitori soggetti autistici Emilia-Romagna)