martedì 22 settembre 2015

Avere un fratello con autismo

Spesso, quando si ha un fratello o una sorella con autismo ci si sente messi da parte proprio perché i genitori si concentrano sul figlio autistico. Quando si ha un figlio con autismo, l'intera famiglia viene travolta da un'ondata di  cambiamenti soprattutto per quanto riguarda la routine giornaliera Per questo è importante far capire ai fratelli o alla sorelle che il loro fratello è uguale a tutti gli altri bambini solo che ha una caratteristica in più: è autistico.
Avere un buon rapporto con i propri fratelli è fondamentale  e per questo ci sono vari suggerimenti su come si  può aiutare  fratello/sorella con lo spettro dell'autismo.
Più tempo si  riesce a passare assieme al fratello maggiori saranno le possibilità di scoprire quanto è importante  e quanto lui può insegnare a  guardare il mondo con occhi speciali.
Giocare con il proprio fratello o sorella occorre avere un sacco di pazienza  e a volte, non è per niente facile; bisogna osservare cosa gli piace di più fare quando gioca da sola, per esempio se gli piace giocare con le macchine il fratello gli può insegnare nuovi percorsi da fare.
Puzzle, videogames, macchinine e trottole saranno dei bei giochi da fare assieme…
L'autismo di una persona cara può insegnare ad amare, a dare un senso diverso ad ogni piccola cosa, può far capire che non c'è nulla di veramente scontato nel senso che non è pessimismo affermare che il primo mestiere da imparare quando si è al mondo è: vivere!

giovedì 30 luglio 2015

Usare le mani..

La manipolazione è un'attività molto in uso nelle scuole che viene svolta dai soggetti con autismo.
Per esempio, l'utilizzo della Pongo e della pasta di sale è fondamentale per quanto riguarda la percezione in quanto, essendo  molto gradevole e sensibilmente, potrebbe aiutare alcuni bambini/ragazzi autistici a familiarizzare con le sensazioni offerte da materiali diversi.
Allo stesso tempo, la manipolazione può favorire la concentrazione nei bambini dal temperamento iperattivo, favorendo così una sensazione di relax che non riescono a trovare naturalmente, con le loro capacità.
Con l'utilizzo di stampini i bambini possono creare tantissime forme come per esempio animali o mezzi di trasporto, grazie a questo gioco il bambino impara e attraverso l'aiuto di un'insegnate il bambino può imparare anche il nome degli animali.
Non sempre, i bambini autistici, si avvicinano spontaneamente all'utilizzo del Pongo o di altri materiali proprio perché riconoscono in essa un'altra consistenza o addirittura un'altra temperatura rispetto agli altri giochi. Quindi bisogna far capire al bambino l'utilizzo del materiale e per questo dovrà essere l'insegnate a manipolare per prima poi il bambino, fidandosi, continua da solo, senza la necessità di ulteriori stimoli o indicazioni.
                                                                                                                                                                                                  

martedì 9 giugno 2015

Organizzare le attività


L’ integrazione scolastica  dell’allievo con autismo non si gioca solo sulla didattica o sul metodo, ma anche sull’organizzazione.

il soggetto deve venire a conoscenza  delle varie tipologie di attività da seguire. Sapere  come si sviluppa la giornata scolastica è una condizione essenziale  per ridurre l’ ansia :avere la consapevolezza  che a un certo compito non gradito ne segua uno piacevole  è sicuramente importante  per la motivazione personale.

La modalità di comunicazione  deve essere quella visiva per esempio con immagini o scritte in quanto incrocia  positivamente uno dei punti di forza per il bambino con autismo.

Gli schemi visivi  da utilizzare  variano in base al livello  di sviluppo del bambino; le attività da svolgere possono essere  presentate con diverse modalità  comunicative: si può andare  da comunicazione  attraverso oggetti per bambini non verbali con gravi difficoltà, a forme  più simboliche  o astratte attraverso l’ uso di immagini, fotografie disegni oppure parole.

Con il passare del tempo, le caratteristiche dello schema possono cambiare in quanto il bambino si abitua all’ uso  e sviluppa maggior capacità di gestione  addirittura fino a farne a meno.

L’ individualizzazione  è fondamentale per creare uno strumento facilitante comprensibile per ogni allievo.  

martedì 2 giugno 2015

Autismi e trattamenti


Esistono diversi modelli e strategie di intervento per l’autismo di documentata efficacia,tuttavia non c’è un modello che valga più di un altro. Dato che i bambini con autismo possono essere molto diversi gli uni dagli altri, per quanto riguarda le risorse ed esigenze educative, determinate strategie e interventi risulterebbero più efficaci a seconda del profilo di funzionamento e apprendimento del bambino.
Detto ciò, uno studio sistematico condotto dall’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti ha rilevato che esistono una serie di fattori,comuni a tutti i modelli, che sembrano far funzionare un intervento: 

 la PRECOCITA’: l’intervento deve iniziare non appena sussista il forte sospetto di diagnosi di autismo;

L’INTENSIVITA’: in genere si parla di circa 15/ 20 ore settimanali,

 L’ADATTAMENTO delle strategie educative e degli obiettivi di apprendimento;

l’ utilizzo di STRUMENTI DI VALUTAZIONE per indicare i punti di forza e debolezza del
soggetto;

COINVOLGIMENTO della famiglia;

PREDISPOSIZIONE di periodiche  valutazioni  e aggiustamenti del piano educativo.

Come abbiamo già detto in precedenza,  cercare un trattamento per l’autismo che funzioni per tutti allo stesso modo è come cercare un trattamento per la febbre valido per tutti.
Per esempio due bambini  possono avere entrambi la febbre a 38 presentando gli stessi sintomi, in un caso, la febbre è la conseguenza di una malattia virale nell’ altro di un’infezione batterica. Quindi, detto ciò, due bambini che hanno la stessa malattia virale possono presentare differenze nell’espressione o nella gravità dei sintomi.
Anche se i sintomi di un bambino con  la febbre a 40 sono molto diversi  da quelli di un altro che ha la febbre a 37 non si tratta di due malattie diverse, ma di due espressioni differenti dello stesso fenomeno.

Libro:Anna Maria Arpinati, Daniela Mariani Cerati, Elena Clò, Daniele Tasso,"Autismo" Angsa( associazione nazionale genitori soggetti autistici Emilia-Romagna)

martedì 19 maggio 2015

La comunicazione nel soggetto con autismo


Per quanto riguarda la comunicazione, nei soggetti con autismo, si possono presentare o un ritardo o una  totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato. La persona con autismo mostra molte difficoltà nel comprendere il linguaggio “simbolico” e spesso ha problemi nel cogliere metafore, modi di dire, ecc…

 La persona con Autismo ha una modalità di comprensione ”letterale” delle parole, che spesso le crea difficoltà a comprendere ciò che viene realmente espresso da un discorso, o ad attribuire alla medesima parola dei significati differenti a seconda del contesto.

In generale vi è un’alterazione dell’uso pragmatico del linguaggio, evidenziata dall’incapacità di integrare le parole con la gestualità o di capire l’umorismo o gli aspetti non letterali del discorso come l’ironia o i significati impliciti.

L’immaginazione è spesso assente o notevolmente compromesso.

 

Nei soggetti che parlano,però, ci può essere anche un uso stereotipato o ripetitivo del linguaggio e uso di linguaggio eccentrico. Ci può essere anche, una mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo.

 Nei soggetti che sviluppano il linguaggio, si possono  presentare comunque anomalie nell’intonazione, nella velocità, nel ritmo, o nella sottolineatura dei vari messaggi espressi (per es., il tono di voce può essere monotono o inappropriato per il contesto.

Anche per quanto riguarda la comprensione del linguaggio è spesso ritardata, e l’individuo può essere in difficoltà nel capire semplici domande o indicazioni infatti se  ai soggetti con autismo gli viene posta una domanda in cui la risposta deve essere formata da una frase, spesso, non riescono a rispondere. Infatti per aspettarsi una risposta  gli deve essere formulata una frase in cui la risposta sia o un “si” o un “no”.

 

mercoledì 13 maggio 2015

Facilitazioni attraverso l'immagini

 
 
 


                                                                 Aiuti per vestirsi

 
Il bambino può vestirsi da solo se gli abiti sono posti in ordine al quale è abituato: da sinistra a destra  o dall’ alto verso il basso.I   cestini possono essere anche impilati così che il bambino  debba iniziare da quello più alto. Questo sistema può essere facilmente usato anche in piscina o in luogo dove il bambino trascorre la notte.


 
Agenda per vestirsi

 
Per molti bambini autistici, la parte  più difficile da vestirsi da soli è ricordarsi  l’ ordine  in cui vanno indossati  i vari capi.
In questo caso le crocette rosse  aiutano il bambino a individuare quale capo ha già indossato, l’ ordine in cui devono essere indossati i vestiti ma soprattutto  a motivarlo: è bello, alla fine, attaccare l’ultima!



 

 

 

 



                                  Agenda per fare il bagno o la doccia, con o senza shampoo

 

Con alcuni bambini, lavare i capelli diventa un problema enorme.
E meglio avvisarli prima se il bagno o la doccia includerà anche lo shampoo e lo stesso accorgimento può  essere utilizzato  anche per prepararli ad altre operazioni per la cura personale come tagliare le unghie oppure i capelli. Se il bambino è abituato a leggere  un ‘agenda delle attività, questa forma di  preparazione può essere molto efficace.


Libro:Anna Maria Arpinati, Daniela Mariani Cerati, Elena Clò, Daniele Tasso, "L''autismo",
Angsa( associazione nazionale genitori soggetti autistici Emilia-Romag








martedì 28 aprile 2015

"Gli autismi"


 
Non si può parlare di “autismo” ma di “autismi” in quanto non tutti i soggetti sono uguali.

Si può parlare di autismo a livello genetico, a livello neurobiologico, a livello psicologico e a livello comportamentale. Tuttavia essi non coincidono. Come possiamo vedere  in questo video, Franco Antonello,  padre di Andrea, ragazzo effetto da autismo, dice che non si possono dare consigli o strategie da mettere in atto con ragazzi o bambini che presentano autismo proprio perché ognuno è diverso dall’ altro. In questo video il padre Franco racconta della sua vita con suo figlio e dei libri che hanno scritto. Andrea, come la maggior parte dei ragazzi con autismo non riesce a comunicare verbalmente ma scrive tramite il computer attraverso la scrittura facilitata.

Grazie a questo metodo, il soggetto con autismo, con un piccolo aiuto da un adulto può scrivere i suoi pensieri.


https://www.youtube.com/watch?v=SWisG3Yy7SY